Il Vangelo di oggi ci fa riflettere su ciò che conta e su ciò che è accessorio agli occhi di Dio. Nella pericope di ieri ai discepoli (ma l’obiettivo era chiaramente Gesù) veniva contestato il fatto di cogliere le spighe in giorno di sabato.
Nella visione ortodossa del tempo, il “rimprovero” di ieri potevamo anche capirlo, se solo fosse stato fatto senza intenti subdoli; in fondo i discepoli non sarebbero morti di fame lo stesso, se non avessero colto le spighe. Oggi però no, la questione è diversa.
C’è di mezzo la salvezza di un uomo; come sottolineato da Gesù stesso, la scena di oggi pone l’alternativa fra salvare una vita oppure seguire una regola data da Dio ma stravolta nel suo senso pieno dall’uomo e, facendo ciò, perdere quella vita.
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È un Gesù indignato che prende l’unica decisione che pare logica senza neppure disturbare l’Onnipotente. Anche ai nostri giorni non serve scomodare la nostra fede per comprendere che è importante che certi “servizi essenziali” non si fermino la domenica (essenziali però…). Non così per i notabili del tempo di Gesù.
Noi non siamo però nella posizione di ritenerci migliori di scribi e Farisei. Noi, che rispediamo al mittente chi non ha le carte in regola mentre la gente muore in mare; o che siamo molto attenti a che un aborto sia fatto secondo il protocollo ma che abbiamo smesso di interrogarci su chi è che si butta via (addirittura nel water, grazie alle ultime “conquiste” in tema di diritti). Il Vangelo ci richiama sempre alla realtà delle cose come le vede Dio, oltre le regole formali che possono farci dormire sonni tranquilli, chiamando i peccati con il loro vero nome.
Per riflettere
Ancora una volta il tema della legge e della giustizia di Dio. Non sempre c’è contrapposizione ma, nel caso, dobbiamo sempre ricordarci che la Giustizia di Dio supera la legge e che non possiamo fare a meno di schierarci.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi