Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 22 Aprile 2023

362

I discepoli si mettono sulla barca e vogliono attraversare il mare e Gesù non è con loro. I discepoli sono affaticati perché devono remare contro vento e quando vedono Gesù che cammina sul mare hanno paura. Sono spaventati, è una cosa nuova veder camminare un uomo sul mare, ed ogni cambiamento, se ci pensiamo bene, ci fa paura.

Noi siamo abituati a costruirci un Dio a nostra immagine e qui troviamo un Dio vero che è più grande delle nostre aspettative, e ci manca la terra sotto i piedi. È un momento del Vangelo che mi fa molto riflettere: la paura dei discepoli ci guida in questa rivelazione che Gesù mette in atto; la rivelazione della Sua potenza sul mare, che rappresenta la forza del caos e del male all’opera nel mondo, causa nei discepoli un turbamento grande.

È come se entrasse nel cuore dell’uomo la paura di Dio, perché l’uomo non è più abituato a rimanere in intimo contatto con Lui. Solo quando Gesù ci dice “Io sono” possiamo riconoscerlo come il Dio che si era manifestato a Mosè sul monte Sinai: possiamo passare dal mare, simbolo della morte, alla terra, simbolo della vita.

- Pubblicità -

Per riflettere

Anche noi spesso abbiamo paura di metterci nelle mani del Signore, paura che ci chieda qualcosa di così difficile e complicato che ci può far tremare l’anima e metta in evidenza tutte le nostre incapacità, la nostra vita che non è sempre lineare ma conosce domande e ripensamenti. Comunque ricordiamoci sempre che quando ci impegniamo sempre in qualche azione buona Dio è con noi e ci aiuterà sempre a portarle a termine.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi