Nelle prime due frasi si gioca la scelta più importante della vita di Matteo. Viene dedicato più spazio alla descrizione del contesto in cui questo avviene che non alle parole usate per la chiamata e la risposta. Probabilmente è stata la comunicazione non verbale a giocare il ruolo più importante. All’esortazione “Seguimi!”, Matteo ha risposto con l’azione di alzarsi e incamminarsi. Da esattore a servitore in dieci secondi. Che sguardo deve avere avuto Gesù nei suoi confronti, che tenerezza, che gesti di amore e di perdono…
Dall’altra parte, colpisce l’immensa fiducia da parte di Matteo, che sveste i panni di chi esige e imbraccia quelli di chi si fa dono senza vantare alcun credito. Mi chiedo cosa si muovesse nel suo cuore prima dell’arrivo di Gesù, da quali turbamenti fosse pervaso, cosa motivasse le sue azioni quotidiane. Qualsiasi cosa fosse, nello sguardo di Gesù ha trovato il suo centro e la sua riconciliazione. Probabilmente ha letto dentro quegli occhi cosa era chiamato a diventare: Santo. E, alzandosi, ha risposto di Sì.
Preghiera finale
Sulla strada che Lui ha fatto,
tutti noi siamo sotto lo sguardo di Gesù:
lui ci guarda sempre con amore, ci chiede qualcosa,
ci perdona qualcosa e ci dà una missione.
(Papa Francesco)
AUTORE: Michela e Paolo Buti, Cristina e Emanuele Cattin
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi