Domenica prossima festeggeremo Gesรน con il titolo di Re dell’Universo. Anche ieri parlavamo di un uomo che deve essere insignito del titolo di re. Un dettaglio su cui ieri non ci siamo soffermati nel commento sono questi โsuoi cittadiniโ che lo โodianoโ e non lo vogliono come re, che alla fine vengono uccisi senza troppi complimenti. La pericope di oggi ci permette di meditare questa vicenda piรน da vicino, nella sulla sua drammaticitร che addirittura conduce Gesรน a piangere.
Gesรน pronuncia le parole che oggi leggiamo nel momento in cui raggiunge Gerusalemme per l’ultima volta nella sua vita terrena. Sa cosa deve succedere; sa come Gerusalemme si ritroverร spaccata in due: da una parte i capi che odiano il Signore e lo vogliono fare morire; dall’altra parte gran parte della popolazione che ammira Gesรน, non lo vorrebbe morto, ma che non saprร fare nulla per salvarlo, e che comunque lo lascierร solo sulla croce. Una grande confusione, quindi, alla fine della quale Gesรน non troverร nessuno dalla sua parte.
Di fronte ad un Re che viene per salvare il suo regno e fare noi amministratori del suo potere e delle sue ricchezze รจ quindi drammatica la reazione di odio o di indifferenza di chi, con la pretesa di liberarsi di un padrone non gradito (forse proprio per le aspettative di responsabilitร e libertร che ha nei confronti dei suoi servi), si condanna invece a rimanere senza difese, vulnerabile all’assedio di un nemico interessato solo a depredarlo di ciรฒ che ha.
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Per riflettere
Ci sono giorni in cui sappiamo riconoscere โquello che porta alla paceโ, e giorni in cui โรจ nascosto ai nostri occhiโ. Per questa ragione รจ bene imparare a tenersi pronti, per non perdere i giorni importanti. Sulla tema dell’essere pronti rifletteremo nuovamente settimana prossima.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi