I greci di cui parla il vangelo, venuti a Gerusalemme per assistere alle celebrazioni della Pasqua, hanno sentito parlare di Gesù e vorrebbero incontrarlo. Per questo si rivolgono a Filippo, l’apostolo dal nome greco che poteva forse fare da interprete, chiedendogli un appuntamento. La richiesta crea qualche imbarazzo, perché gli occhi dei capi dei Giudei sono puntati su Gesù: un’ulteriore sua esposizione potrebbe avere conseguenze nefaste.
La risposta di Gesù: “È giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo” è la constatazione di una avvenuta e auspicata espansione all’estero del messaggio? Tutt’altro: la gloria come la intende Gesù non è quella di un influencer dei nostri giorni, quella che aumenta più la gente ti cerca e ti viene dietro. “Gloria” nel lessico ebraico è una parola che si riferisce al vero peso, alla sostanza di una persona, non alla sua apparenza.
La gloria del Figlio dell’uomo, la sua verità profonda, sarà farsi come un chicco di grano, che per portare frutto deve marcire sotto terra. E analogamente, la gloria di chi lo vuole servire sarà seguirlo su questa strada. Perdere la vita per conservarla, perché solo donando ritroviamo il nostro giusto peso, la nostra autenticità.
Per riflettere
Cosa ha peso, importanza, autenticità nella mia vita? Quale gloria cerco? È la gloria del chicco che muore sotto terra o è quella del mondo?
Preghiera finale
Di questa vita perduta, totalmente mia e totalmente loro,
io rendo grazie a Dio che sembra averla voluta tutta intera
per questa gioia, attraverso e nonostante tutto.
In questo “grazie” in cui tutto è detto, ormai, della mia vita,
includo certamente voi, amici di ieri e di oggi,
e voi, amici di qui, insieme a mio padre e a mia madre,
alle mie sorelle e ai miei fratelli,
e a loro, centuplo regalato come promesso!
E anche te, amico dell’ultimo minuto
che non avrai saputo quel che facevi.
Sì, anche per te voglio questo “grazie”,
e questo “a-Dio” nel cui volto ti contemplo.
E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati,
in Paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due.
Amen! Inch’Allah!
(Christian de Chergé, trappista e martire)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi