Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 21 Luglio 2022

447

«Perché a loro parli con parabole?—Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato»: i discepoli, curiosi, domandano e la risposta di Gesù sembra quasi voler dire che le parabole sono una sorta di evangelizzazione di serie B, destinate a coloro a cui non vuole rivelarsi completamente; sembra che Dio faccia distinzioni, ma questo stona con i racconti in cui Gesù diffonde la Parola alle folle.

Negli Atti degli Apostoli Pietro dirà: “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa differenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto”. (At 10, 34–35), ed è proprio così, Dio non ha preferenze, non fa distinzioni ma, semplicemente, ci lascia liberi.

La parabola ha la caratteristica di incuriosire, stuzzica anche il più pigro, ma ci lascia il tempo di comprendere, di meditare quelle parole, di metterle in discussione e di farle nostre. È proprio questo il potere delle parabole: ci lasciano la libertà di ascoltare il suo messaggio, nei modi e nei tempi che sono propri di ciascuno di noi, ma allo stesso tempo parlano di concretezza e sono l’ennesimo tentativo di Dio di farsi a misura nostra, di non smettere mai di tentare con noi.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti di questo mese sono curati da Ilaria Leonardo