Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 21 Gennaio 2023

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Un brano del Vangelo così breve ci invita forse a una meditazione incentrata sul ruolo delle parole usate nel testo, sapendo che nessuna è lasciata al caso nella narrazione evangelica. Così leggiamo che Gesù “entra” in una casa. Lo abbiamo sentito molte volte, ma è importante non darlo per scontato: il Signore non resta nei Cieli, lontano, ma vuole entrare a casa nostra, nella nostra vita quotidiana. Possiamo immaginare quindi che Gesù si stesse recando ad un incontro personale, privato, ma ecco che sopraggiunge la “folla”.

Questa, per l’evangelista Marco, è l’immagine della massa di uomini che si fanno trasportare dagli insegnamenti di Gesù, ma poi rimangono alla superficie delle cose. In questo brano, la folla è talmente numerosa che impedisce persino di “mangiare”. A chi? Presumibilmente agli intimi che stava incontrando Gesù, forse i Dodici.

E qua non si intende solo il nutrirsi di cibo («Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio», Mt 4, 4): la folla che pressa e si accalca impedisce agli apostoli di ascoltare e assimilare il messaggio di Gesù. C’è, insomma, una gran confusione. E in questa folla confusionaria e confusa si diffonde la voce che quest’uomo che predica e compie miracoli sia forse matto, fuori di sé, al punto che “i suoi”, ossia quelli a lui più vicini vogliono portarlo via, probabilmente per proteggerlo dalla folla stessa.

Ma come si legge nei brani successivi del Vangelo, Gesù non teme le insinuazioni delle folle e non scappa dal confronto, non limita la propria predicazione ai “suoi” che vogliono capirlo, ma afferma nuovamente e davanti a tutti la forza della sua Parola, che viene da Dio.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti sono curati da Marta e Enrico Puglisi