Luca, lo scrittore della dolcezza di Cristo racconta il viaggio dell’anima di Gesù, un viaggio verso Gerusalemme, verso la sua passione, il suo “battesimo di fuoco”.
Gesù, uomo di ardente desiderio e passione, è venuto a gettare il fuoco dello Spirito, il fuoco d’amore che dovrebbe incendiare il mondo e ardere nel cuore di ogni essere umano, proprio perché l’esperienza della presenza e dell’azione di Dio è sentita da Gesù come fuoco che brucia, illumina e riscalda.
Tutto questo passerà da una divisione, o meglio da una separazione, proprio come la creazione. Quando Dio crea il mondo, separa le cose. Separa la luce dalle tenebre. Separa le acque che sono sopra il firmamento dalle acque che sono sotto il firmamento. Separa la terra dal mare. In questo senso la separazione è violenta ma necessaria per generare vita.
Egli dice di essere venuto a portare il fuoco sulla terra e darà al mondo la più alta e autentica testimonianza della misericordia divina con la sua immolazione sulla croce. Fermo nella fede Gesù si rivolge ai suoi discepoli, che si troveranno spesso come agnelli in mezzo ai lupi, consapevole che l’annuncio e la testimonianza del Vangelo a cui sono chiamati saranno motivo di lotta e persecuzione, sa che correranno il rischio di scegliere da che parte stare, e per comodità, per paura, per evitare divisioni, potrebbero tradire la loro vera missione, nasconderla o addirittura perderla.
Come ricorda la lettera agli Ebrei, “la Fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede” (Eb 11, 1), e lo Spirito di verità scenderà sugli apostoli come lingue di fuoco ardenti che saranno la forza dei deboli, la luce sul cammino della Chiesa, la vera sapienza per gli uomini. Il Signore ci dia la grazia di essere forti di quel fuoco per poter incendiare del suo amore il mondo intero.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
I commenti di questo mese sono curati da Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa