HomeVangelo del GiornoArcidiocesi di Pisa - Commento al Vangelo del 20 Novembre 2024

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 20 Novembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 19,11-28

La parola โ€œservoโ€ a noi probabilmente fa venire in mente una persona di basso rango, deputata a lavori umili e manuali come la cura della casa o la cura della persona. Ma non รจ questo il caso: questi servi sono in realtร  dignitari o ministri, persone sรฌ sottoposte ad un padrone (che diventa anche loro re), ma coinvolte in prima persona nell’amministrazione del suo potere e del suo patrimonio. Persone che hanno fatto carriera e che si sono distinte, rispetto a tutti gli altri servitori, per la loro capacitร  di prendere decisioni responsabili, oculate ed in linea con l’indirizzo dato dal padrone.

Se guardiamo le cose in questa prospettiva, questo โ€œuomo di nobile famigliaโ€ non sembra particolarmente severo. Chiunque affidi il suo denaro ad un amministratore si aspetta di ricevere di piรน di quanto ha dato; in caso contrario avrebbe semplicemente potuto tenersi in tasca le sue dieci monete d’oro. Il servitore che piagnucola scuse perchรฉ il padrone โ€œmiete dove non ha seminatoโ€ non ha capito che seminare era proprio il compito che gli era stato delegato. Ed รจ incredibile che non avendo capito una cosa cosรฌ fondamentale del suo lavoro possa essere arrivato dove รจ arrivato.

Due cose possiamo quindi ricavare rispetto al rapporto che Dio vuole tenere con noi: primo, che Dio considera ciascuno di noi come un amministratore di fiducia, una persona a cui affidare il proprio patrimonio; รจ un grande onore di cui dobbiamo essere grati, che ci porta perรฒ alla seconda conclusione: ciรฒ che Dio ci affida (la nostra vita, le nostre capacitร , le nostre relazioni) sono un capitale da mettere a frutto con responsabilitร  e autonomia. Non aspettiamoci un foglietto di istruzioni per sapere cosa Dio vuole da noi: รจ compito nostro metterci in gioco con la nostra volontร  e la nostra capacitร  di discernimento. Meglio sbagliare desiderando di fare la cosa giusta che non fare niente.

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Per riflettere

Un certo modo di concepire la morale a volte ci induce a pensare che fare la volontร  di Dio significhi avere delle lunghe liste di comportamenti consentiti o proibiti. Invece in questo brano, mentre i servi investono il capitale che hanno, Dio se ne va; non perchรฉ li abbandoni, ma per non interferire con la loro responsabilitร  e libertร . Sentiamoci quindi liberi dalle liste di cose da fare o non fare, ma vincolati da una responsabilitร  ben piรน grande: costruire il Regno di Dio.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโ€™Evangelizzazione e la Catechesi

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