Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 20 Giugno 2023

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Dopo aver scardinato il principio dell’“occhio per occhio”, Gesù fa un altro affondo, ancora più radicale contro le logiche dei farisei.

Infatti, non è raro trovare nell’Antico Testamento giustificazioni all’odio verso i nemici d’Israele soprattutto in quanto nemici di Dio e quindi legittimi oggetti di odio e violenza. E contro queste logiche che Gesù oppone un amore radicale, non solo nel privato delle relazioni personali, ma anche verso i nemici della comunità.

L’atteggiamento che Gesù vuole scardinare è quello tribale, che ha sempre caratterizzato la storia di Israele e quella umana. Le nostre tribù sono la famiglia, il luogo di lavoro, gli amici, le associazioni e regrediamo allo stato tribale nel nostro quotidiano quando ci sentiamo aggrediti. Allo stesso tempo, comportarci come tribù ci è utile per navigare la complessità della vita, visto che ci permette di identificare un nemico comune e di coordinarci verso uno scopo condiviso, lasciandoci la scusa del “io stavo eseguendo gli ordini del capo tribù” o “così si fa nella mia tribù”. Per questo spesso chi vuole comandare vorrebbe farci sentire come una tribù in guerra, a costo anche di inventarsi un nemico che non esiste.

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Ecco, Gesù vuole spezzare queste catene che ci spingono a comportarci come branchi di animali, disperati e accecati per la paura di non avere risorse. E sa che questo da un lato vuol dire portare divisione all’interno delle nostre tribù (il figlio contro il padre e la figlia contro la madre), dall’altro risveglia in noi la paura di ritrovarci soli, indifesi, senza il sostegno del branco. Ma la risposta a questa fondamentale solitudine dell’uomo non è accettare che siamo tutti la preda di qualcun’altro, bensì che siamo l’oggetto di amore di qualcuno, il Signore, e che quindi non siamo mai soli. E mettendo questo al centro, la nostra vita si sbilancia in un’altra direzione, verso l’altro e non contro, e da questo possiamo iniziare a costruire vere comunità.

Per riflettere

Qual è la mia tribù, il mio branco? Quando è che mi comporto in maniera irrazionale ed egoistica per farne parte? Riesco invece a liberarmi da questi condizionamenti per permettere al Signore di farsi spazio nella mia vita?

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 5,43-48

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi