Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 20 Dicembre 2019

Medita

La Liturgia ci ripropone il passo dell’Annunciazione di Maria, come già qualche giorno fa per la festa dell’Immacolata Concezione. Mentre allora con questa Parola veniva celebrata la magnifica santità di Maria, nata senza peccato, oggi essa si inserisce a pieno titolo nel Tempo di Avvento, in continuità con le letture dei giorni scorsi e, in particolare, con la meditazione di ieri.

Come ieri, c’è l’incontro tra l’angelo, messo di Dio, e una persona: ma se quello con Zaccaria era avvenuto nella solenne cornice del nuovo tempio, sull’altare, in un contesto da far tremare i polsi anche al più temerario, con Maria, invece, avviene a casa sua (“Entrando da lei”), a Nazareth, città nemmeno mai nominata nella Bibbia! Maria è ancora una ragazzina, ma non ha paura di discutere alla pari col principe degli angeli: non si spaventa, chiede, obietta, cerca di capire. E l’angelo accoglie tutto ciò, le grandi paure, l’incredulità, il fatto di non conoscere uomo. Le dà una sicurezza che solo lui può dare: “Nulla è impossibile a Dio”. E la risposta di Maria è sorprendente, di una chiarezza e una sicurezza disarmanti: “Avvenga per me secondo la tua parola”. È così che si reagisce quando si è fatta esperienza di Dio.

Rifletti

Come Maria, in attesa, ripenso ai momenti in cui ho fatto esperienza di Dio.

Prega

A te, Maria, fonte della vita,
si accosta la mia anima assetata.
A te, tesoro di misericordia,
ricorre con fiducia la mia miseria.
Come sei vicina, anzi intima al Signore!
Egli abita in te e tu in lui.
Nella tua luce, posso contemplare
la luce di Gesù, sole di giustizia.
Santa Madre di Dio, io confido
nel tuo tenerissimo e purissimo affetto.
Sii per me mediatrice di grazia
presso Gesù, nostro Salvatore.
Egli ti ha amata sopra tutte le creature,
e ti ha rivestito di gloria e di bellezza.
Vieni in aiuto a me che sono povero
e fammi attingere alla tua anfora
traboccante di grazia.
(San Bernardo di Chiaravalle)

Fonte: Ascolta e Medita – Dicembre 2019 curato da Tommaso Rizzo e Rebecca D’Andrea – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi


Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1, 26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore

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