La folla che segue Gesù di nuovo lo interroga: “Quali segni fai tu perché possiamo crederti?”. Gesù risponde: “L’opera di Dio è credere in Colui che ha mandato”. Ciò significa che la folla non capisce che la moltiplicazione dei pani è stata un segno da parte di Dio per “legittimare” Gesù dinanzi alla gente quale “mandato” da Dio. Insistono dicendo della manna che i padri mangiarono nel deserto, allora Gesù risponde che il pane dato da Mosè non era il vero pane del cielo: era pane che sostenta il nostro corpo, ma perisce. Pane venuto dall’alto, sì, ma non il pane di Dio, poiché non garantisce la vita a nessuno. Il vero pane del cielo è quello che vince la morte e dà la vita. È quello che scende dal cielo e dà vita al mondo: è Gesù stesso.
Per riflettere
Signore, dacci sempre di questo pane! Gesù risponde: “Io sono il pane di vita!”. Mangiare il pane del cielo è lo stesso che credere in Gesù ed accettare il cammino che lui ci insegna. Questo è l’alimento vero che sostenta la persona, che cambia la vita e dà vita nuova.
Preghiera finale
Sii per me, Signore, la rupe che mi accoglie,
la cinta di riparo che mi salva.
Tu sei la mia roccia e il mio baluardo,
per il tuo nome dirigi i miei passi.
(Salmo 30)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi