Marco colloca in questi giorni del mese di settembre episodi che vedono Gesรน in Galilea. La regione piรน a nord della terra promessa, conosciuta come la โGalilea delle gentiโ, รจ abitata da numerose persone che non rispettavano la legge di Mosรจ e convivevano con altre religioni.
Il Signore era un galileo, ed รจ normale, poichรฉ ebreo di religione, che frequentasse la sinagoga. Soprattutto di sabato, giorno sacro per eccellenza. Circonciso e dopo l’ingresso nella comunitร (a seguito del rito di bar mitzwah) era nelle condizioni richieste per leggere e commentare la Parola. La sua sarร una riflessione che lascia il segno: il testo tratto dal libro del profeta Isaia anticipava la sua venuta.
Lo stupore dei presenti รจ comprensibile: lo conoscono, sanno della sua famiglia, del lavoro svolto, chi frequentava. Ma ancora non sanno cosa predicava. Isaia profeta anticipava l’Emmanuele, il Dio-con-noi, anch’egli profeta, cioรจ capace di portare la Parola del Padre alle sue creature e di indirizzare e guidare gli ascoltatori verso il piano di Dio. Un progetto che non tiene conto delle aspettative umane e delle variegate illusioni dell’epoca. Gesรน sa che come tutti i profeti subirร il rifiuto, patirร il dolore e, come molti profeti, accetterร consapevolmente la morte.
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La pericope si sofferma su un aspetto determinante. I profeti, mandati da Dio, segnalavano gli errori ed invitavano alla conversione rivolgendosi soprattutto al popolo di Israele. Come Giona, Gesรน di Nazaret allarga lo spettro dei salvati anche ai โgentiliโ, alle โgentiโ.
Non รจ un messaggio nuovo: la Parola antica consegnava il desiderio del Padre che mirava alla salvezza di tutte le sue creature. Ma era scomodo per gli ebrei, per il popolo eletto: perchรฉ salvare anche gli altri?
Ritenevano questa dottrina non solo sbagliata ma eretica: il profeta di Nazaret meritava la morte. Arriverร : prima era necessario predicasse la buona novella.
Per riflettere
Talvolta siamo come gli ebrei della sinagoga. Ci riteniamo gli unici destinati alla salvezza. Il Salvatore muore per tutti in croce: le sue braccia aperte rimandano alle stesse che troviamo in Gesรน Bambino nel presepe. Sono aperte per accogliere. Per accoglierci. E nella preghiera guida tutti verso il Padre.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi