Medita
Dopo l’allontanamento ostile da parte dei Gadareni, Gesù rientra a Nazaret e subito “gli portavano” un paralitico. Ma chi? Quanti? Perché lo facevano? Matteo non ce lo dice, né qui né dopo, nascondendo i portatori del paralitico dietro verbi con soggetto implicito. Questo riserbo mette in particolare evidenza il comportamento di Gesù che invece è su di loro che indirizza la sua prima attenzione: “vedendo la loro fede”. Poi, ma forse bisognerebbe dire “di conseguenza”, si rivolge al paralitico per incoraggiarlo e… liberarlo dai peccati! Successivamente lo guarirà anche dalla paralisi, ma quello che avviene qui è molto più straordinario della guarigione fisica: al paralitico vengono rimessi i peccati per l’intercessione dei portatori, senza apparente coinvolgimento del paralitico che li ha commessi!
Ma ecco un gruppo di scribi, appollaiati lì nei pressi come cornacchie. Loro sì che sono menzionati esplicitamente; ma, invece di provare compassione per il paralitico, pensano solo a screditare quest’uomo che si permette di invadere un campo che considerano di loro esclusiva competenza. Anche a loro, come ai portatori, Gesù legge nel pensiero. E li sfida sul piano materiale, l’unico nel quale credono veramente, mostrando la guarigione fisica del paralitico legata e in qualche modo conseguente alla guarigione spirituale contestata dagli scribi. La guarigione è quasi brusca, come il congedo del paralitico, invitato ad andarsene portando via il suo letto. E lui se ne va, inconsapevole di aver avuto in tutta la vicenda un ruolo di secondo piano, ben contento della guarigione, operata da Gesù ma resa possibile dai suoi portatori.
Rifletti
“Moltissimi sono i peccatori che vengono dannati perché non si è pregato abbastanza per loro” ha detto la Madonna alla piccola Bernadette in occasione di una delle apparizioni. La conclusione è abbastanza semplice, ma sconvolgente: ciascuno di noi è in qualche modo responsabile per tutti gli altri, se non dei loro peccati quanto meno della loro punizione.
Prega
Offriamo in questa giornata la nostra preghiera
e le nostre azioni al Signore per gli educatori e gli animatori,
in particolare della nostra diocesi,
perché con il loro servizio e la loro testimonianza
possano essere accanto ai bambini, ai ragazzi ed ai giovani
con passione e dedizione per aiutarli ad incontrare il Signore.
Allo stesso tempo chiediamo che siano sempre più consapevoli
della responsabilità del loro servizio
e si sentano motivati e accompagnati nel formarsi,
a livello umano e spirituale,
per poter corrispondere sempre più e sempre meglio
alle esigenze delle persone loro affidate.
AUTORE: Claudia Lamberti e Gabriele Bolognini
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
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