Oggi si celebra la presentazione di Gesù al tempio: Giuseppe e Maria, in ossequio alla tradizione, portano il figlio per offrirlo al Signore.
Offrire a Dio la parte migliore della nostra vita, di ciò che ci accade, di ciò che ci viene donato, non significa privarsene, ma valorizzarla al massimo e salvarla per sempre.
Nella vita di fede tutto ciò che è offerto a Dio diventa salvezza; il gesto della nostra offerta non è un modo per “pagare” la benevolenza della divinità (questa è la mentalità pagana), ma riconoscere che, proprio perché Dio è Amore, è affidabile, e tutto ciò che viene dato a Lui diventa un bene meraviglioso che ci dà tanta gioia.
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Le cose migliori della nostra vita, ma anche le peggiori, se date a Lui possono diventare redenzione. Quindi se c’è una cosa bella nella nostra vita, non viviamola con spirito di possesso, ma offriamola a Lui. Se ci sta capitando di soffrire per qualcosa, non teniamoci quella sofferenza come se dovessimo affrontarla in solitudine, ma offriamola Lui, e da quel momento quella sofferenza comincerà a lavorare al nostro stesso bene, che è l’intima amicizia con Gesù.
Nell’episodio raccontato nel Vangelo di oggi c’è l’aggiunta della testimonianza di due anziani: Simeone ed Anna. Essi rappresentano due atteggiamenti che tante volte perdiamo nella vita: l’attesa e la lode.
Simeone è colui che ha saputo attendere tutta la sua vita, senza trasformare l’attesa in pretesa. Anna è colei che nonostante la sofferenza non ha trasformato la sua sofferenza in frustrazione, ma in lode. Saper attendere e saper ringraziare sono due atteggiamenti che ci mettono sempre nella condizione di incontrare Gesù. Se davvero vogliamo vivere in pienezza, se non vogliamo sciupare la vita inseguendo ideali di carta e falsi idoli, dobbiamo guardare verso Gesù. Noi che tante volte rendiamo la storia degli uomini e anche la nostra storia così complicata, noi che dissipiamo la nostra vita nell’infinita varietà dei pettegolezzi, abbiamo tanto bisogno di concentrarci nel guardare quest’uomo Gesù. Guardarlo bene, guardarlo fino a capire che Lui e noi siamo destinati ad esser uno e che quest’uno è destinato ad essere uno con il Padre.
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Per riflettere
Tu che conosci il buio e le ombre di morte del nostro tempo, aiutaci a vedere in Gesù la luce che dissolve le nostre oscurità.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi