Dopo aver sollecitato i suoi discepoli a saper riconoscere i segni del regno di Dio che si avvicina, Gesù ci chiede di prenderci cura di noi stessi. Qualcosa di grande sta per accadere; con la sua venuta il tempo si è fatto breve: nulla è più come prima e occorre prepararsi per “avere la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. Da lui lasciarsi cambiare vita, trasfigurare e purificare.
“Quel giorno” che verrà “come un laccio” e si abbatterà “sopra tutti” possiamo intenderlo in termini apocalittici come quello finale, del giudizio. Ma l’apocalisse in greco è il togliere il velo, è la rivelazione. E il giovane rabbi della Galilea ha predicato una rivelazione: che Dio è padre e madre qui, oggi.
E che gli esseri umani sono fratelli, parte della natura di cui devono essere custodi per partecipare al completamento della creazione divina. La strada per raggiungere l’armonia, che non è solo un equilibrio di mente e corpo, ma un percorso lungo quanto l’esistenza, durante il quale imparare ad abbracciare i propri sogni e le proprie ferite, passa dal messaggio di Gesù.
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Il primo passo è la cura di sé, evitando di appesantire il cuore con “dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita”, vegliando e pregando “in ogni momento”.
Per riflettere
Come sto vivendo le mie giornate? A cosa do più importanza, a qualcosa che conta davvero per la mia crescita umana e spirituale o resto a volte sopraffatto dagli affanni della vita?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi