«Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». La Legge di cui si parla è quella dell’Antico Testamento, a cui i capi dei sacerdoti e i farisei fanno riferimento quale unico fondamento delle proprie certezze.
Per costoro non è possibile che vi sia rivelazione all’infuori della Legge o qualcuno in grado di assumere su di sé e compiere le Scritture. Ma come biasimarli? Chi, infatti, potrebbe pensare che la rivelazione di Dio non sia venuta a compiere in modo inaspettato ciò che da sempre è stato creduto? D’altra parte, ancora, come rimproverarli dell’incredulità di fronte alle affermazioni di Gesù dalla portata così stravolgente.
Di fatto, come tutti noi, quel che essi fanno è ancorarsi alle loro convinzioni più profonde per impedire alla confusione di sconvolgerli. Quello di cui non si rendono conto, tuttavia, è che il loro bisogno di punti fermi li rende ciechi di fronte alla manifestazione di Dio; la loro paura finisce con il voler impedire alla Parola stessa di realizzarsi e rivelarsi nell’incarnazione.
Quante volte anche noi preferiamo trincerarci dietro quel che riteniamo essere una certezza, piuttosto che lasciarci meravigliare. Ma, dopotutto, se la rivelazione ci fosse già tutta chiara dove sarebbe l’aspetto di rottura della Buona Notizia, la sua potenza rivoluzionaria e sconvolgente? Siamo forse anche noi quei farisei che non si lasciano più istruire e sorprendere dal Signore e il Vangelo viene a ricordarcelo, per chiederci di cambiare e porci in ascolto.
AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi