Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 19 Settembre 2023

330

Gesù pone su questa processione funebre uno sguardo attento. In mezzo alla folla scorge il volto di una donna in estrema sofferenza. Il suo sguardo genera l’incontro, fonte di vita nuova. Non c’è bisogno di tante parole.

Le Sacre Scritture riportano spesso lo stato d’animo di chi si lascia toccare “fino alle viscere” dal dolore altrui. La commozione di Gesù lo rende partecipe della realtà dell’altro. Il dolore di quella madre diventa il suo dolore. La morte di quel figlio diventa la sua morte.

Gesù ferma il corteo funebre. Si avvicina, si fa prossimo. La vicinanza si spinge oltre e si fa gesto coraggioso affinché l’altro viva. È il tocco di Gesù, il Vivente, che comunica la vita. Un tocco che infonde lo Spirito Santo nel corpo morto del ragazzo e riaccende le sue funzioni vitali. L’efficacia di questo gesto di Gesù è incalcolabile. Esso ci ricorda che anche un segno di vicinanza, semplice ma concreto, può suscitare forze di risurrezione.

- Pubblicità -

Il Vangelo non dice il nome di quel ragazzo risuscitato da Gesù a Nain. Questo è un invito al lettore a immedesimarsi in lui. Gesù parla a te, a me, a ognuno di noi, e dice: “Alzati!”. (Papa Francesco, XXXV Giornata Mondiale della Gioventù, 2020)

Per riflettere

Riusciamo a riconoscere Gesù soltanto nei grandi miracoli o anche nella vita quotidiana?

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi