Le pratiche della carità e del digiuno erano ben radicate nella tradizione ebraica, al punto che vi erano regole specifiche per adempiere a questi due importanti comandamenti. Tuttavia, queste regole spesso finivano per creare rituali vuoti, incentrati sulle apparenze.
Tra le novità testimoniate da Gesù nella sua predicazione vi è anche un sostanziale cambiamento nel modo con cui bisogna praticare la religione nella vita quotidiana. Questo cambiamento riguarda sia il contenuto delle preghiere, con la nuova preghiera del Padre Nostro, sia la modalità della preghiera: invece di cercare di mettersi in mostra di fronte agli altri, il fedele deve cercare Dio.
La preghiera è quindi coltivare una relazione personale con Dio, nel segreto del proprio cuore, laddove solo Dio può guardare. Non è quindi il rituale a rendere fertile la preghiera, ma la centralità di Dio nel proprio cuore che trasforma la preghiera in atto di dono verso il prossimo.
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Fermiamoci quindi ogni giorno ad ascoltare quello che Dio ha da dirci, perché là sta la nostra ricompensa.
Per riflettere
Riesco a trovare il tempo per pregare ed ascoltare Dio? Riesco a utilizzare la preghiera per trovare l’entusiasmo di avvicinarmi al prossimo?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi