Servire Dio per essere liberi. Abbandonarsi alla sua volontà e al suo amore, con tutti i nostri limiti e le nostre miserie, ci renderà giusti e gratificati. Fidarsi della sua promessa dà la certezza che non saremo mai privati di ciò che serve per vivere. È accettando la nostra fragilità che Dio opera e può sostenerci nel nostro cammino. Anche se non è facile abbandonarsi alla Provvidenza, sia nelle situazioni semplici che nelle grandi questioni del quotidiano. In questo passo del Vangelo, Gesù ripete più volte: “Non preoccupatevi per la vostra vita!”, perché nell’Antico Testamento Dio afferma: “Io non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani” (Is 49, 15–16). Il cristiano sente di essere figlio quando ripone serena fiducia nel padre, che sa quello di cui ha bisogno prima ancora che glielo chieda. Ma l’uomo si sente più al sicuro quando si circonda di cose e situazioni che gli permettono di ottenere benessere e certezza per il futuro.
Gesù ci mette in guardia dalla ricchezza quando diventa la padrona del nostro essere e ci fa schiavi come di un idolo: “Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti” (Is 55, 2). Ciò di cui ci vuol nutrire Dio è la bellezza del suo Regno attraverso la parola e l’amore. Fidarsi della sua cura, vivendo giorno per giorno nella certezza e nella gioia che non ci farà mancare niente, libera dalle preoccupazioni e dona la libertà di “cercare il Signore mentre si fa trovare, e di invocarlo, mentre è vicino” (Is 55, 6). Rispondere all’amore con amore trasforma lentamente e dona la consapevolezza che siamo amministratori della Provvidenza ed abbiamo la responsabilità di condividere con i fratelli quello che abbiamo e quello che siamo. Questo è il Regno di Dio.
Per riflettere
Quanto sono condizionato dalle preoccupazioni del domani? Come riesco a non lasciarmi suggestionare dalle paure per il futuro? Dove trovo la risposta a questi miei interrogativi, e la pace?
Preghiera finale
I francescani secolari si impegnino a ridurre le esigenze personali
per poter meglio condividere i beni spirituali e materiali
con i fratelli, soprattutto gli ultimi.
Ringrazino Dio per i beni ricevuti,
usandoli come buoni amministratori e non come padroni.
Prendano fermamente posizione contro il consumismo
e contro le ideologie e le prassi
che antepongono la ricchezza ai valori umani e religiosi,
che permettono lo sfruttamento dell’uomo.
(Dalle Costituzioni generali dell’Ordine francescano secolare—art. 15)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi