Il primo brano del capitolo nove del vangelo di Marco ci offre una scena al tempo suggestiva e profonda.
Il Maestro, come suo solito, โchiamaโ a sรฉ alcuni discepoli. ร sempre Gesรน il protagonista assoluto; lui che sceglie i discepoli, lui che decide dove portarli e, come si trova nei Vangeli, ne individua alcuni come testimoni di grandi eventi. Tra questi, la trasfigurazione del Nazareno, รจ molto ricca e stimolante per ogni meditazione. Mentre nelle pericopi precedenti abbiamo letto una difficoltร a riconoscere la Luce del Verbo incarnato come guida unica per intraprendere il cammino verso il Regno, ora ai tre discepoli appare una luce abbagliante. Dallโoscuritร o dalla nebbia, improvvisamente lโEmmanuele impone loro una esperienza che potremmo definire quasi un eccesso di luce.
Sono abbagliati, anche ora, pur partecipandone, si limitano alla superficie, a guardare senza vedere cosa significhi quello che accade. Pietro รจ il portavoce della comunitร intera e quindi anche dei tre discepoli presenti. Pietro โnon sa cosa direโ: ha ragione. Cosa poteva dire se non manifestare un senso di bellezza? Troppa luce! Chissร quali pensieri potevano attraversare il tre discepoli.
Lโapparizione di Elia, che rappresenta i profeti, e di Mosรจ, che rappresenta la Legge aiutano a comprendere che la persona del Figlio di Dio, nato a Betlemme, รจ un evento eccezionale ma radicato nella Parola.
Esso si pone in continuitร con la storia di salvezza narrata nel Primo Testamento e che, purtroppo, (come si registra nella dura controversia contro i farisei) offuscata se non smarrita da chi ha fatto prevalere la fragilitร umana sulla misericordia divina. Uno dei tratti piรน significativi รจ lโappellativo che il Galileo attribuisce a sรฉ stesso. โFiglio dellโuomoโ รจ una figura presente nellโAntico Testamento e che rimanda a chi si fa uomo pur essendo Dio.
Troppa luce: sarร lo Spirito Santo che aiuterร la giovane comunitร a comprendere il significato delle parole. La terza Persona della Santissima Trinitร che ci accompagna nel pellegrinaggio terreno.
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Per riflettere
In quel contesto quasi paradisiaco, il Signore spiega a Pietro, e con lui a tutti noi, che la mรฉta da raggiungere cui tutti aspiriamo รจ segnata dalla morte. Che non รจ mai lโultima parola. La Parola che ha preso carne umana ci insegna che la sofferenza e il dolore saranno vinti, che non saremo mai soli nei momenti piรน difficili. Che vivremo la vita vera.