Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 18 Ottobre 2021

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La missione vuol dire testimoniare che Gesù è il Figlio e che tutti siamo fratelli, figli dello stesso Padre. Come si fa a testimoniare? Con la vita, innanzitutto. Se uno, in povertà, va verso il fratello e viene accolto, quello è il regno di Dio. Accogliere l’altro come fratello significa diventare figlio.

Questa comunione non può escludere nessuno e si apre a tutti: se si esclude uno, si esclude Dio che si è fatto ultimo di tutti.
La bontà del Signore si manifesta nell’annuncio semplice, dimesso, povero, da parte di coloro che sono gli inviati e che vivono immersi nel suo amore misericordioso.

È vero però che i discepoli e gli apostoli sono più volte descritti come persone qualunque, che spesso non vanno d’accordo tra loro, perché troppo diversi.
Uno tradisce, l’altro rinnega, tutti fuggono e nessuno ha capito niente di Gesù, fino alla fine.

Sono le donne che poi andranno ad annunciarlo. Proprio per questo si può pensare che Gesù li invia a due a due: se riescono a stare assieme personaggi così diversi c’è una presenza che li unisce al di là dei loro difetti e delle loro virtù.

Non essere accettati, inoltre, fa parte del gioco della missione. La testimonianza dell’amore si realizza proprio dove c’è il rifiuto. L’inviato non rifiuta, anzi annuncia “Guarda che il regno di Dio è giunto”. “Il regno di Dio è qui perché ti voglio bene lo stesso”, e allora, proprio nel rifiuto, si realizza il massimo dell’amore, un amore senza condizioni. (dalle Lectio 54–55 di padre Filippo Clerici e padre Silvano Fausti)

Per riflettere

Quella Parola che si è fatta carne in Maria, torna carne in ciascuno di noi. Ci sentiamo immersi nell’Amore di Dio?

Preghiera finale

Inizia un altro giorno.
Gesù vuol viverlo con me. Lui non si è isolato.
Ha camminato in mezzo agli uomini,
con me cammina tra gli uomini di oggi. (…)
Attraverso i fratelli più vicini che ci farà servire, amare, salvare
le onde della sua carità giungeranno sino in capo al mondo,
andranno sino alla fine dei tempi.
(Madeleine Delbrêl)