«Maestro, da te vogliamo vedere un segno»: quale richiesta più umana di questa? Tutti abbiamo bisogno di segni, di sentire la presenza di Dio, che è con noi e non ci lascia soli mai. Il punto qui non è non desiderare i segni, dei segni ne abbiamo bisogno, siamo esseri umani, bensì imparare a riconoscere i segni stessi.
Il pretendere un segno, quel “vogliamo” che suona come un’imposizione, è indice del fatto che i segni non si sanno riconoscere, ed è questo che Gesù critica aspramente. Gesù non dà loro dei segni perché non vede in loro la capacità di riconoscerli e di meravigliarsi per essi. Ma la grandezza di Gesù sta nel seguito della sua risposta: il segno di Giona.
Qui ci sta dicendo che a quella “generazione malvagia ed adultera” darà però il segno di Giona, che è un richiamo esplicito alla sua morte e resurrezione. Il gesto più grande e cruciale sarà per chi non ha saputo cogliere i segni, quasi a dire che più grande è il nostro peccato, la nostra incredulità, e più grande è il suo amore per noi.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
I commenti di questo mese sono curati da Ilaria Leonardo