Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 18 Febbraio 2022

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La Parola di oggi chiude l’ottavo capitolo del Vangelo di Marco e ci introduce in quello successivo, di cui mediteremo quattro brani.
Nella pericope il Maestro si rivolge sia ai discepoli che ad un numero importante di uditori che sono convocati. Non si tratta di un messaggio offerto in qualche occasione sporadica oppure proclamata a seguito delle numerose controversie contro i numerosi gruppi, come i farisei, che avversavano Gesù. Le parole del Verbo sono consegnate, dunque, in un quadro che desidera richiamare l’attenzione: il suo insegnamento, sempre importante, ora lo è particolarmente.

Nei brani precedenti emergeva la fragilità dell’uomo incapace di vedere tutta la luce donata dal Signore. Sia i discepoli che la folla avevano intravisto e percepito qualcosa di grande, senza coglierne, tuttavia, la profondità. Ora il Galileo si serve di un linguaggio che non lascia interpretazioni.

In altre occasioni aveva rivolto una domanda ai Dodici su come fosse percepito e come lo riconoscevano loro stessi. Una persona di grande autorevolezza, capace di parole che non passavano inosservate e segni grandiosi. Chi era veramente e quale era il suo progetto?
Ingabbiati dalla società e dalla religione del tempo, una umanità spesso definita “generazione adultera e peccatrice”, tutti speravano una risposta ben lontana dal progetto divino.

La luce che promana dal Signore mostra un percorso totalmente diverso. È necessario convertirci per accettare la croce, là dove inchiodare le nostre debolezze, i nostri egoismi, lo sforzo di prevalere sugli altri. Convertirci per imparare a servire il prossimo, rifiutando l’arroganza del potere e considerarci gli ultimi fra i molti.

Solo allora potremo comprendere la scelta della croce da parte di Gesù di Nazaret. I discepoli nel nascondimento tranne Giovanni e la folla sperimenteranno presto come il dramma della morte del Figlio di Dio debba essere “visto” e vissuto, ma compreso fino in fondo.
Scopriremo così la gioia vera, non quella che si sperimenta nel ricevere, quanto quella conosciuta da coloro che offrono e si offrono.

Per riflettere

Come nella pericope di ieri, l’invito è di abbracciare la croce quotidiana che portiamo nella nostra vita. La solennità di Cristo Re insegna la scelta del servizio ai fratelli, dell’amore disinteressato per gli altri fino ad offrire tutto di sé stessi. Sperimenteremo così la gioia di un percorso verso la salvezza. La nostra, insieme con gli altri.


AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Massimo Salani
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi