Questi due apostoli che tornavano da Emmaus e che avevano raccontato di come avevano riconosciuto Gesù “allo spezzar del pane”, anche adesso che vedono di nuovo Gesù sono increduli e stupefatti. Questo ci fa riflettere come sia difficile credere, e questa fatica fa parte della fede stessa.
D’altra parte per esperienza sappiamo che niente nella vita è donato, e credere è faticoso perché ci sono momenti in cui i dubbi sono tanti. Non dobbiamo però mai credere che i dubbi siano i nemici della fede, anzi ci aiutano a renderla più viva e vissuta.
Quando Gesù dice: “Toccatemi e guardate”, vuol dire che posso vivere la mia fede in Gesù Cristo solo partendo da un’esperienza di relazione con una persona oggettiva e concreta. L’atto di Gesù che mangia il pesce datogli dagli Apostoli è fondamentale, perché solo così sperimentano che Gesù è realmente vivo.
Per riflettere
Gesù è vivo in noi? Ci definiamo spesso Cristiani credenti e praticanti, ma Gesù vuole che siamo anche testimoni affidabili che si sforzano di realizzare nella loro vita il Vangelo di Gesù. “Conversione e perdono dei peccatori. Di questo voi siete testimoni”.
Bisogna quindi che cominci a perdonare i peccati cominciando dalla persona più vicina a me, la mia famiglia ed i miei amici, per poi arrivare a perdonare i nemici. È veramente difficile, ma la forza me la dà Gesù che è vivo nell’eucarestia.
Preghiera finale
Quel Cristo che ci ha salvato sulla croce dei nostri peccati,
e continua a salvarci e redimerci oggi.
Guarda la sua croce, aggrappati a Lui, lasciati salvare,
perché coloro che si lasciano salvare da Lui
sono liberati dal peccato, dalla tristezza e dal vuoto interiore.
(Papa Francesco, Christus vivit)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi