Oggi terminano le meditazioni della Parola tratta dal capitolo 17 del vangelo di Luca. Come nei brani precedenti le parole del Maestro sono indirizzate ai suoi discepoli.
Tutta la Parola contiene lo sforzo di Gesù di predicare uno stile di vita diverso da quello consuetudinario, radicato nella Parola dove Dio misericordioso ama le sue creature. Le quali sono chiamate ad un cammino di conversione che pone le parole e i segni compiuti dal Galileo come indicazioni per un cambio radicale di vita.
Anche in precedenti meditazioni ci siamo soffermati sulla “forza” della parola del Verbo incarnato. La chiarezza del suo linguaggio sconcerta i discepoli. Figurarsi noi! Nel brano di oggi ricorrono personaggi e scene tratti dal primo Testamento, dove si narra una storia d’amore. Non mancano le difficoltà: Noè si salva perché si rifugia nell’arca costruita dall’ordine di Dio, gli altri no. Lot si salva uscendo da Sodoma, gli altri restano nella città e muoiono.
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Ai discepoli spiega che sarà così ancora una volta. L’Emmanuele, che ha sperimentato le fragilità umane, usa termini ed immagini veramente sconvolgenti. Condividendo fino in fondo la nostra umanità, tranne il peccato, rimanda nel suo insegnamento alla necessità, ripetuta più volte, di non anteporre nulla allo sforzo di entrare in comunione con Dio. Invita i discepoli ad essere forti, perché siano poi capaci di portare con la loro vita il kerygma ai crocicchi delle strade, perché la buona novella sia condivisa con tutti, senza esclusione alcuna.
E questo comporta scelte radicali. Come quelle che troveremo nel testo del vangelo del 30 novembre e riportato nella preghiera iniziale. Le due coppie di fratelli lasciarono subito quello che avevano e seguirono Gesù. Una scommessa: non sapevano chi era (lo speravano) né cosa e quando avrebbe manifestato la sua identità.
Arriverà l’ora che il Figlio dell’uomo separi chi è meritevole da chi non ha accettato quanto richiesto dal Signore. Ma confidiamo tutti nell’amore del Dio misericordioso per noi fragili creature.
Per riflettere
La pericope anticipa il vangelo di domenica 26 novembre, quando troveremo il Figlio dell’uomo che porrà l’umanità alla sua destra o alla sua sinistra. Mediteremo parole diverse che, tuttavia, rispecchiano quelle di oggi. Chi cerca la salvezza per sé non ha capito il messaggio del Messia. Chi, invece, spenderà la sua vita per gli altri meriterà la destra del Signore.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi