Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 17 Novembre 2020

Medita

Zaccheo è un personaggio pieno di contraddizioni. Luca lo definisce “un uomo”, e subito chiarisce ciò che Gesù vede in lui, non si ferma alla superficie: dove tutti vedono un delinquente, Gesù vede un uomo. Il suo nome è Zakkaj, che significa puro, innocente. Non è solo un pubblicano, ma il capo dei pubblicani, capo degli esattori, che aumenta le tasse dei romani per arricchirsi, odiato oltremodo dalla popolazione. Zaccheo è abitato da un desiderio profondo e sincero, puro come il suo nome: quello di vedere Gesù. Non se conosce il motivo, ma è sicuramente maggiore di una semplice curiosità perché lo spinge a dimenticarsi del suo ruolo e a rendersi ridicolo, arrampicandosi sul sicomoro.

Vi sono due ostacoli per Zaccheo: la sua bassa statura e la folla che si stringe intorno a Gesù. Così è per noi. Vi sono ostacoli che dipendono da noi: i nostri limiti, i nostri peccati, il nostro egoismo ed egocentrismo; e altri che dipendono da altri, dalla società: impegni, lavoro, aspettative degli altri su di noi. Zaccheo ha superato questi ostacoli comportandosi come un bambino, salendo su un sicomoro, umiliandosi, riconoscendo i propri limiti e rinunciando a sentirsi migliore degli altri. Ecco che, a questo punto, avviene una cosa sorprendente: mentre Zaccheo cerca in tutti i modi di vedere Gesù, è Gesù che alza gli occhi e lo vede e lo chiama per nome. È Gesù che ci trova continuamente: non è il nostro fare che attira l’attenzione di Dio, ma Dio ha continuamente lo sguardo posato su di noi.

Zaccheo si affretta a scendere e lo accoglie con gioia. Tutto questo avviene “subito”, “in fretta”, “oggi”. Sempre noi incontriamo Gesù oggi! A questo punto si contrappone l’atteggiamento dei presenti, di condanna unanime: tutti mormorano contro Gesù perché il suo comportamento non segue le dinamiche del giudizio dell’uomo che ancora una volta vorrebbe un Dio a propria immagine e somiglianza, un Dio che ragioni come l’uomo, che segua dinamiche meritocratiche e non misericordiose. Questa volta sarà Zaccheo stesso a reagire: la fiducia che Gesù ha riposto in lui sarà sufficiente a trasformare radicalmente la sua vita.

Preghiera finale

Tu sei bellezza, gioia perfetta, vita senza fine:
il nostro cuore inquieto ti cerca e ti brama.
La tua bontà ci visita in ogni creatura,
la tua fedeltà nell’alternarsi del giorno e della notte.
Nei volti degli altri ritroviamo la tua luce,
nei loro occhi è riflesso il tuo sguardo.
Il nostro cuore batte finché tu lo vuoi,
il nostro respiro aspira il tuo Spirito santo.
Siamo sempre in cammino, sempre in ricerca di te,
semplici amanti della bellezza spirituale.
Le ore e i tempi sono battiti delle tue ali di fuoco:
sei la speranza di tutta la storia.


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Cristina Martinelli, Chiara Martinelli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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