Siamo alle ultime battute del giorno di Gesù: finisce il suo giorno, viene la sera, viene l’ora delle tenebre, finisce la sua azione e comincia la sua passione, il confronto con la morte, la sua morte. È l’ora della glorificazione del Figlio dell’uomo e la richiesta dei Greci prelude alla salvezza universale che scaturirà dalla sua morte in croce.
A quelli che chiedono di vederlo, viverlo, sperimentarlo viene chiesto di seguirlo nel cammino e inchiodare i propri occhi alla Croce su cui verrà innalzato attirando tutti a sé. Solo chi avrà la fede di seguirlo fin nello scalpore della Croce potrà conoscere Gesù, il Figlio di Dio.
Il cammino verso la glorificazione è reso più chiaro dall’immagine del chicco di grano che, come ogni altro seme, per sprigionare tutta la sua fecondità, deve necessariamente cadere sul terreno ed essere ingoiato dal buio della terra per avviare un miracoloso processo, una continua, lenta e ininterrotta offerta di sé fino a crescere e generare nuova vita con uno nuovo stelo affacciato alla luce del sole.
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È la logica di Dio che Gesù ha pienamente incarnato e reso visibile nella sua esistenza. Un Dio che in Gesù non è centrato su sé stesso ma arriva alla rinuncia di sé per la salvezza degli uomini. Il Figlio dell’uomo è come il chicco di frumento, che messo sotto terra muore, ma per questo porta molto frutto e diventa nutrimento, Pane di vita, per chiunque abbia fame. Non è un cammino semplice e lo dimostrano le parole di Gesù: «Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora».
Gesù, vero uomo, mostra un’umana angoscia, avverte il vuoto, la solitudine abissale, la paura della morte, di quel momento di confronto decisivo con tutta la sua esistenza simbolo di piena adesione al Padre. In “quest’ora” tutta la sua vita si rivela e si riassume. Ma nel momento di maggiore debolezza, il suo sguardo continua ad essere rivolto al Padre e alla sua glorificazione.
Per riflettere
La vera gioia, quella cristiana che proviene da Dio, nasce nella morte del seme, dalla e nella sofferenza, attraversa i dolori del vivere e si espone alla loro sfida. È la sofferenza che mette in dubbio il fluire della vita che va da sé, inceppa il suo fluire e pone nel cuore le domande che tanti salmi ci mettono sulle labbra: perché? Fino a quando? Ci sei oppure no?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi