Prendere la croce. La prima interpretazione che diamo a queste parole di Gesù di solito è: “Gesù mi chiede di soffrire!”. Questo perché forse non abbiamo la stessa visione della croce che ha Gesù. Che cosa ha significato la croce per Gesù? La croce è stata la sua prova d’amore per noi. La croce è un amore grande fino al punto di consegnarsi come capro espiatorio al posto di ciascuno di noi. Lui ha scelto di morire sulla croce al posto nostro. Ma questa è la croce di Gesù, non la nostra.
Il suo sacrificio è stato una volta per tutti, per la salvezza di ciascuno di noi. Allora noi che croce dobbiamo prendere? Lo capiamo meglio nel brano parallelo del Vangelo di Luca, dove Gesù dice “prenda ogni giorno la sua croce”. Si può morire tutti i giorni? No. Si può amare tutti i giorni? Sì, questo sì. Ecco quello che ci chiede Gesù, di prendere tutto l’amore di cui siamo capaci e di seguirlo.
Per lui “tutto l’amore” è significato morire in croce, per noi si declinerà in altro: stare accanto ad un figlio malato, mettere a disposizione il proprio talento a servizio di una causa benefica, privarsi dei propri beni per aiutare dei bisognosi, per qualcuno potrebbe voler dire morire per salvare la vita di qualcun’altro. Tutte queste declinazioni hanno però un’unica radice: rinunciare a sé stessi per anteporre al proprio bene quello del prossimo. La cosa importante è che nel fare questo non siamo soli, ma con Cristo.
Lui è il condottiero, lui ci guida, lui è in prima linea nella battaglia contro il male.
I commenti sono curati da Rita e Giovanni Giordanelli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi