Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 17 Dicembre 2019

Medita

Con questo brano si apre il vangelo di Matteo. Insieme a Luca, egli è l’unico che ci racconta qualcosa riguardo alla nascita e all’infanzia di Gesù. Matteo comincia addirittura dalla genealogia (Luca ne parlerà solo nel terzo capitolo): un dettagliatissimo resoconto della storia di una famiglia che si estende per tre gruppi di quattordici generazioni. Ma non è una famiglia qualsiasi—e come potrebbe: Gesù irrompe nella storia del popolo eletto di Dio, i suoi antenati sono Abramo, Isacco, Giacobbe, Davide, Salomone. Matteo indirizza il suo vangelo a una delle prime comunità di ebrei cristiani, e anche per questo ritiene importante legittimare il legame di Gesù con il popolo eletto: la sua venuta messianica affonda le radici nella storia della Bibbia, portando a compimento la Sacra Scrittura.

In mezzo a tanti nomi, spiccano quelli illustri dei padri di Israele, ma si inseriscono anche quelli di alcune donne, cosa alquanto strana per una società patriarcale come quella ebraica. C’è di più, perché tutte queste figure potrebbero essere definite “scomode”: ingannatrici (Tamar), prostitute (Racab), donne straniere (Rut), adultere (Betsabea, ossia “quella che era stata la moglie di Urìa”), nessuna di loro è moglie legittima, ed ognuna di loro contribuisce ad allontanarci dall’illusione di una genealogia santa e senza macchie per Gesù. Senza di loro, però, egli non sarebbe un discendente di Abramo, Isacco, Giacobbe, Davide, Salomone.

Dio entra in relazione con gli uomini attraverso persone concrete e niente affatto sante, come forse vorremmo. Uomini e donne reali, pieni di peccati, di difetti, segreti: eppure, generano, fanno parte di un progetto, permettono la realizzazione di un quadro. E Dio non ci pensa proprio a nasconderli, a farli passare in secondo piano: sono le loro storie il tassello fondamentale per la storia di Cristo.

Rifletti

Oggi, nel mio rientro al cuore, chiedo un cuore credente, capace di vedere la presenza di Dio nella mia vita, e di sentirmi parte della genealogia di Gesù.

Prega

Ti rendiamo grazie infinite, o Signore,
per la cura amorevole che hai avuto
nel perseverare di generazione in generazione
nella realizzazione dell’operazione salvezza
e ti chiediamo di concedere a noi
la medesima costanza nel percorso verso la salvezza.
(Gigi Avanti)

Fonte: Ascolta e Medita – Dicembre 2019 curato da Tommaso Rizzo e Rebecca D’Andrea – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi


Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 1, 1-17 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore

Table of contents

Read more

Local News