Medita
Con questo brano si apre il vangelo di Matteo. Insieme a Luca, egli è l’unico che ci racconta qualcosa riguardo alla nascita e all’infanzia di Gesù. Matteo comincia addirittura dalla genealogia (Luca ne parlerà solo nel terzo capitolo): un dettagliatissimo resoconto della storia di una famiglia che si estende per tre gruppi di quattordici generazioni. Ma non è una famiglia qualsiasi—e come potrebbe: Gesù irrompe nella storia del popolo eletto di Dio, i suoi antenati sono Abramo, Isacco, Giacobbe, Davide, Salomone. Matteo indirizza il suo vangelo a una delle prime comunità di ebrei cristiani, e anche per questo ritiene importante legittimare il legame di Gesù con il popolo eletto: la sua venuta messianica affonda le radici nella storia della Bibbia, portando a compimento la Sacra Scrittura.
In mezzo a tanti nomi, spiccano quelli illustri dei padri di Israele, ma si inseriscono anche quelli di alcune donne, cosa alquanto strana per una società patriarcale come quella ebraica. C’è di più, perché tutte queste figure potrebbero essere definite “scomode”: ingannatrici (Tamar), prostitute (Racab), donne straniere (Rut), adultere (Betsabea, ossia “quella che era stata la moglie di Urìa”), nessuna di loro è moglie legittima, ed ognuna di loro contribuisce ad allontanarci dall’illusione di una genealogia santa e senza macchie per Gesù. Senza di loro, però, egli non sarebbe un discendente di Abramo, Isacco, Giacobbe, Davide, Salomone.
Dio entra in relazione con gli uomini attraverso persone concrete e niente affatto sante, come forse vorremmo. Uomini e donne reali, pieni di peccati, di difetti, segreti: eppure, generano, fanno parte di un progetto, permettono la realizzazione di un quadro. E Dio non ci pensa proprio a nasconderli, a farli passare in secondo piano: sono le loro storie il tassello fondamentale per la storia di Cristo.
Rifletti
Oggi, nel mio rientro al cuore, chiedo un cuore credente, capace di vedere la presenza di Dio nella mia vita, e di sentirmi parte della genealogia di Gesù.
Prega
Ti rendiamo grazie infinite, o Signore,
per la cura amorevole che hai avuto
nel perseverare di generazione in generazione
nella realizzazione dell’operazione salvezza
e ti chiediamo di concedere a noi
la medesima costanza nel percorso verso la salvezza.
(Gigi Avanti)
Fonte: Ascolta e Medita – Dicembre 2019 curato da Tommaso Rizzo e Rebecca D’Andrea – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.