È prerogativa dei bambini l’irrequietezza e la vivacità. Gli apostoli cercano di proteggere il bisogno di quiete di Gesù, al termine di una giornata faticosa. Forse influisce sul loro comportamento anche il rigore della legge ebraica, che considerava i bambini piccoli impuri, perché vivevano e giocavano in mezzo alla polvere e alla sporcizia.
Ma Gesù li vuole intorno a sé per benedirli. Il Signore li accoglie con amorevolezza, poi ricorda agli Apostoli e a tutti noi che di essi è il regno di dei cieli. La loro fragilità, l’umiltà e lo stato di indigenza dovuto all’età rendono semplice e pura la loro preghiera. Non c’è un’età per essere del Signore.
Ogni bambino deve essere aiutato perché vada a Cristo fin dal primo giorno della sua vita. Grande responsabilità ricoprono in questo i genitori. Sono i genitori chiamati in prima persona a far sì che i bambini respirino la presenza di Dio. Ma se i genitori non respirano la vita di Dio essi stessi, non potranno trasmettere quest’alito ai loro figli.
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Una delle beatitudini è riferita proprio ai puri di cuore perché è dato loro di vedere il volto di Dio. Gli stessi angeli custodi dei più piccoli stanno sempre davanti a Dio, quasi avessero il bisogno e la gioia di raccontare la bellezza della loro anima pulita e sgombra da ogni male. Il loro cuore e la loro persona è quindi da trattare come un sacrario, con il migliore rispetto e il più puro amore.
Gridano vendetta al cospetto di Dio le violenze di ogni genere che vengono perpetrate nei loro confronti.
Per riflettere
Bambini: cosa ho imparato dai bambini lungo gli anni della mia vita? E cosa imparano i bambini da me su Dio, su Gesù e sulla vita? Qual è l’immagine di Dio che irradio ai bambini? Dio severo, buono, distante o assente?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi