HomeVangelo del GiornoArcidiocesi di Pisa - Commento al Vangelo del 16 Settembre 2024

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 16 Settembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 7, 1-10

In questa settimana mediteremo quattro brani tratti dal capitolo sette di Luca. Diversamente da quelli del capitolo precedente, il Maestro colloquia con molti protagonisti diversi tra loro. Mediteremo dei testi dove emergerร  con grande vigore lo sforzo di Gesรน di portare il lieto annunzio del vangelo a tutti senza curarsi di nulla e di nessuno.

Luca scrive che Gesรน si trova in Galilea, presso la cittร  di Cafarnao. Ricordiamo che la Galilea โ€œdelle gentiโ€ apparteneva alla terra promessa: la sua collocazione geografica rendeva abbastanza diffusa una fede nel Dio Uno, ma non cosรฌ rigorosa come quella dei giudei. Nel brano del vangelo viene presentata una scena del tutto anormale.

Troviamo un centurione romano (difficile pensare non fosse pagano, eppure finanzia i lavori per la sinagoga) che si prende cura di un servo (ricordiamo la diffusione della schiavitรน) e per salvarlo si affida a degli anziani ebrei (il primo rappresenta l’occupante che usa la forza e la violenza; i secondi sono gli occupati che sperano in un Messia che li liberi, eppure lo โ€œamanoโ€: per il finanziamento della sinagoga?), i quali accettano l’incarico.

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Non si conoscono le dinamiche interne o le relazioni intessute tra il centurione, il servo e gli anziani, ma appare evidente si tratti di una premessa che sfocerร  in qualcosa di veramente particolare. Infatti il Nazareno riceve e ascolta gli anziani e decide di recarsi a casa di un pagano: il che lo avrebbe reso impuro.

Ma giร  conosciamo la scelta del Maestro di infrangere quelle barriere che dividono. Il dialogo che segue รจ talmente importante che le parole del pagano (!) hanno trovato spazio nella liturgia eucaristica: poco prima di ricevere il corpo di Cristo, pronunciamo: โ€œO Signore non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma di’ soltanto una parola e io sarรฒ salvatoโ€. Le nostre parole sintetizzano quelle del centurione. Egli credette nel Signore pur senza vederlo nรฉ conversando con lui. E il Salvatore guarรฌ il servo di un romano.

Per riflettere

Il Figlio di Dio non รจ venuto per condannare nessuno ma per recare il lieto annuncio del Verbo fattosi uomo per la salvezza di tutti. Anche dei romani: gli stessi che lo inchioderanno e che perseguiteranno i cristiani per secoli. Il Padre guarda il cuore dell’uomo non il resto. Nel cuore depositiamo chi veramente siamo e la volontร  di seguirlo: Dio lo sa.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโ€™Evangelizzazione e la Catechesi

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