Medita
Siamo quasi a Gerico, ormai vicini a Gerusalemme, a una sola giornata di cammino. Gesù ha appena annunciato la sua passione imminente ed è consapevole dell’incomprensione del suo annuncio da parte dei discepoli. Ecco che in questa città, la più bassa della Palestina, avviene l’incontro con un cieco; è una persona anonima, che potrebbe essere ciascuno di noi. Questa persona, però, mostra di essere in un’attesa non passiva ma attiva, attento a ciò che lo circonda: sebbene sia cieco, i suoi sensi sono vividi e si accorge che c’è qualcosa di inconsueto, così domanda alla folla che gli annuncia il passaggio di Gesù.
Il Signore si serve degli altri per raggiungerci, per farsi annunciare; sta a noi cogliere il suo passaggio. Subito la reazione del cieco è entusiasta, di completa fiducia, di abbandono. La folla, che prima è stata mezzo di annuncio, adesso si oppone all’incontro del cieco con Gesù, cerca di farlo tacere, ma il cieco “gridava ancora più forte”, desidera questo incontro e lo cerca con tutte le sue forze, nonostante gli ostacoli. Ecco che Gesù si ferma, e teneramente invita la folla a condurglielo. In questo modo Gesù chiama ciascuno a diventare strumento di salvezza, strumento e oggetto del suo amore. A questo punto Gesù domanda al cieco che cosa vuole da Lui. Questa domanda non è retorica perché, nonostante egli sappia perfettamente ciò che il cieco gli chiederà, vuole che egli stesso sia pienamente consapevole del suo desiderio, della sua fede, e la formuli semplicemente, dia contenuto a questo “abbi pietà di me!”.
Nella richiesta del cieco c’è tutto il suo desiderio, la sua fede. Gesù riconosce la sincerità di questo cuore e lo accoglie con la sua misericordia accordandogli la vista, sottolineando come l’incontro tra Lui e la fede di quest’uomo sia fonte di salvezza. La salvezza nasce dall’accogliere il suo amore, ed accogliere il suo amore è la fiducia in Gesù stesso. Questo incontro può trasformare la nostra vita come trasforma la vita del cieco, e trasforma anche coloro che hanno assistito, che da “folla” anonima diventano “popolo” di Dio, capace di lodarlo perché ha visto la sua misericordia, ha sperimentato il suo amore.
Preghiera finale
Signore, aiutaci a cercarti sempre,
nella consapevolezza che non ti possediamo mai.
Signore, insegnaci a riconoscerti
quando incontriamo il povero, il viandante, il bisognoso.
Signore, ispiraci il digiuno che preferisci:
aprire cammini di liberazione, rifiutare la menzogna.
Signore, rendi la nostra vita semplice e sobria,
affinché il nostro cuore non rifiuti mai la condivisione.
Signore, rendici capaci di fiducia in chi è accanto a noi,
affinché possiamo vivere insieme accogliendo ogni diversità.
Signore, insegnaci a pregare come tu vuoi,
affinché possiamo lottare contro Satana e vincere le sue tentazioni.
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Cristina Martinelli, Chiara Martinelli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi