Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 16 Luglio 2021

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I farisei sono sempre pronti a puntare il dito contro Gesù e a sottolineare i suoi errori di fronte alla Legge. La sua risposta alle loro critiche ci permette di comprendere la novità del messaggio di Cristo. Dialogando con i Farisei, Gesù ci mette in guardia dal formalismo delle regole come scorciatoia nello scegliere le proprie azioni quando la rigidità normativa frustra la plasticità della capacità di amare.

Il ragionamento moralistico dei Farisei parte da un concetto saldo del pensiero teologico del tempo: la sacralità del sabato dedicato al riposo e il primato della lode a Dio su ogni altra cosa, anche sul bene contingente di chi ci sta intorno.
Gesù non mette in discussione le antiche scritture, ma è sceso sulla Terra per darne una comprensione nuova. La glorificazione di Dio non può essere in contrapposizione con il fare del bene al nostro prossimo, anzi: è nei gesti di misericordia verso chi ci sta accanto che si manifesta la nostra lode verso il Signore.

Per riflettere

“Misericordia io voglio e non sacrifici”: citando il profeta Osea, Gesù ci invita a una fede rivolta al prossimo. Siamo chiamati a non vivere la nostra esperienza cristiana prostrati, ma attivi nelle opere di misericordia, cercando nell’altro a cui ci rivolgiamo il riflesso del suo volto.

Preghiera finale

Signore, se la porta del mio cuore dovesse restare chiusa un giorno,
abbattila ed entra, non andare via.
Se le corde del mio cuore, non dovessero cantare il tuo nome un giorno,
ti prego aspetta, non andare via.
Se non dovessi svegliarmi al tuo richiamo un giorno,
svegliami con la tua pena, non andare via.
Se un altro sul tuo trono io dovessi porre un giorno,
tu, mio Signore eterno, non andare via.
(Rabindranath Tagore)


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi