Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 16 Gennaio 2023

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I discepoli di Giovanni e i farisei, da buoni osservatori della legge stavano facendo il digiuno. Proviamo a non cercare un senso provocatorio nella domanda che viene posta a Gesù, che di per sé è infatti legittima: perché i discepoli di Gesù non rispettano la legge e non digiunano nel giorno di precetto?

Innanzitutto, Gesù nella sua risposta parla di sé come lo Sposo, donando un rivelazione del significato della sua condizione di Messia, colui che porta a compimento un’Alleanza Nuova del Signore con noi suo popolo. Gesù ci invita a vivere un rapporto pieno con lui, un’ unione sponsale gioiosa e fedele.

Così anche i gesti di sacrificio assumono un senso nuovo e devono essere interpretati all’interno di questa relazione con il Signore. Gesù ci spiega che il digiuno assume un senso solo se vissuto all’interno del nostro rapporto di unità con Lui, lo Sposo. E ci invita anche a notare la sua presenza e gioire di questo rapporto pieno. Con la crocifissione arriverà il tempo di sperimentare il deserto della distanza; il digiuno vissuto nell’ottica di questa relazione nuova con Cristo può aiutarci ad allenare il desiderio della sua presenza e a creare un luogo di incontro con lui.

Se tutto questo manca, il gesto del sacrificio perde di significato e manca il bersaglio, riducendosi ad abitudine e tradizione.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti sono curati da Marta e Enrico Puglisi