Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 15 Marzo 2023

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Subito dopo aver proclamato, come Mosè, dalla Montagna, le Beatitudini, nuovo decalogo per il cristiano, Gesù cerca di mettere a fuoco per tutti, soprattutto per gli ebrei che lo avessero seguito, quale comportamento tenere a proposito della legge antica. Una legge antica, ma che non ha esaurito la sua funzione di salvezza.

La Torah, che Dio ha donato sul Sinai, ha sempre avuto un ruolo educativo diretto al popolo di Israele, ma indirettamente, tramite la sua funzione sacerdotale, verso tutti gli altri popoli. Questa verità non passa, l’Alleanza stretta con Abramo mantiene il suo ruolo: Dio si è rivolto all’uomo ed ha mostrato la sua volontà di ricostruire un rapporto, un disegno, una relazione.

Tutto questo fino a donare il Figlio amato, colui che mostra anche come interpretare la legge antica: fino al compimento, cioè fino alla sua realizzazione all’interno del cuore dell’uomo. L’alternativa al superamento della letteralità della legge antica nel compimento dell’amore è quella del completo abbandono della norma per arrivare al più assoluto arbitrio: esattamente il peccato di Adamo che decide da solo ciò che è bene e ciò che è male.

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Fino a perdere il mondo, fino a perdere se stesso, fino a perdere Dio.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi