Gesù ci presenta al Padre e le sue parole suonano come una richiesta di protezione, ma anche come l’invocazione di una benedizione. Una buona guida è quella che prepara alla vita, distaccandosi quando ritiene sia il momento giusto per farlo.
Il Figlio dell’Uomo ci considera adulti autonomi a cui, dato l’esempio, va data anche la responsabilità di camminare sulle proprie gambe, di essere inviati per quel che possono e sanno fare, senza più bisogno di qualcuno che agisca per loro o mostri cosa fare.
In questo episodio del Vangelo ci troviamo di fronte all’affidamento di un mandato, così anche come ad un riconoscimento di libertà. Con grande tenerezza Gesù dice di aver avuto cura dei suoi discepoli, dei suoi amici, fintanto che egli ha avuto modo di restare con loro; ma giunto il compiersi delle Scritture affida il compito che Egli stesso ha portato su di sé: annunciare il Padre e la logica d’amore secondo cui Egli opera.
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Quella stessa Parola sarà la ragione per cui tutti coloro che se ne faranno portavoce saranno detestati, perché opereranno nel mondo, ma annunciando un messaggio in controtendenza con le cose del mondo.
Il Cristo ci ritiene, dunque, forti abbastanza da reggere l’impatto non soltanto della missione portata avanti in prima persona, ma anche delle conseguenze che questa implica. La gioia che otterremo sarà al di sopra di qualsiasi fatica che sperimenteremo, la letizia dell’essere con il Signore e vivere in nome suo sarà più grande dell’odio che il mondo proverà per i nostri gesti d’amore.
Per riflettere
Fermiamoci a gustare le parole di benedizione che il Cristo rivolge al Padre per noi; ci chiama ciascuno per nome e ci consegna quell’invocazione. Rimaniamo di fronte all’immagine personale che abbiamo del Signore Gesù, accostiamoci a lui con la franchezza e l’intimità di un amico e gustiamo interiormente questo Amore. Le tribolazioni, le fatiche o le gioie di questo mondo non assumono tutt’altro peso di fronte a questa sua richiesta di grazia?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi