La donna siro-fenicia, in un brano precedente (Mc 7, 24–30) aveva obiettato a Gesù: non c’è alcun bisogno di negare il pane ai cagnolini (cioè ai pagani) per darlo esclusivamente ai figli (il popolo eletto), come se ce ne fosse una quantità limitata. Il pane che il Padre mette sulla tavola dei suoi figli non si esaurisce mai. C’è salvezza per tutti, ebrei e pagani, figli e cagnolini. Il pane sulla mensa del Regno è infinito.
Ed ecco che Gesù fa esattamente quello che la donna ha profetizzato. Mostra con un evento materiale, sul quale l’evangelista offre dettagli tecnici molto concreti e circostanziati (sette pani, pochi pesciolini, sette sporte di avanzi, quattromila persone), il significato dell’avvento del Regno.
Un annuncio di abbondanza, significata nel pane distribuito a tutti senza limiti, che va addirittura oltre la sazietà. Un annuncio dunque di eccedenza: non solo tutti i nostri desideri più autentici si realizzano, ma il Padre ha preparato qualcosa che va oltre ogni nostro desiderio. Noi non riusciamo a immaginare qualcosa oltre la sazietà, eppure la moltiplicazione dei pani ci invita ad allargare il desiderio, a immaginare una grazia che va oltre ogni immaginazione.
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Per riflettere
Quante volte la nostra vita è consegnata ad una logica di calcolo, ad un dare e avere dei sentimenti e dei doni. Siamo a disagio se restiamo in debito con qualcuno, corriamo subito, come si dice, a “sdebitarci”. Siamo bravissimi a creare una contabilità degli affetti. Gesù ci chiede di affidarci ad una logica dell’eccedenza.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi