La sapienza del Figlio dell’uomo si riconosce dalle opere: Gesù ci accompagna nel cammino della vita, ci guarisce dai mali più profondi se li portiamo davanti a lui, ci guida attraverso le difficoltà e ci insegna la gioia di vivere.
Eppure potremmo non riconoscerlo e perdere l’occasione di incontrarlo. Frettolosamente la vita passa mentre siamo affannati dietro alle cose da fare di ogni giorno; la nostra mente e il nostro cuore facilmente si appesantiscono.
Così rischiamo di procurarci un Gesù-idolo edulcorato, a nostra immagine, accomodante e consolatorio. E non comprendiamo più che, come lui ha fatto, dobbiamo farci prossimi ai poveri, agli ultimi, a chi soffre perché sbaglia strada, vive male, nel peccato; a chi è oggetto di disprezzo, scartato.
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Gesù infatti “mangiava e beveva” ed era “amico di pubblicani e di peccatori”, non dei giusti che si ritengono già salvi e delle persone perbene, attente alla reputazione, alle buone maniere, a tenere i rapporti con chi conta.
Ma un Gesù così ci scandalizza e non lo riconosciamo. Se poi pensiamo all’austerità controcorrente di Giovanni Battista, esigente con se stesso e con gli altri, ci appare cosa vecchia, superata, d’altri tempi. Ma il Signore, e prima di lui Giovanni, sono venuti per essere segno di contraddizione, per chiamarci a cambiare vita. Non c’è tempo da perdere, né occasione da rinviare a domani.
Per riflettere
Chi è Gesù per me? Riesco a mettermi in ascolto della sua parola per lasciarmi plasmare da lui senza distorcere il suo messaggio?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi