A Gesù è richiesto un segno della sua potenza ma Egli risponde che non darà nessun segno se non quello di Giona, cioè la morte e la resurrezione. Se Gesù avesse esaudito alla richiesta di molti: “Scendi dalla croce, salva te stesso e noi ti crederemo” avrebbe dato un segno della sua potenza, ma non avrebbe salvato l’umanità, perché i poveri, i perseguitati, i crocifissi, non sono liberi di uscire dalla condizione di tribolazione in cui si trovano.
È proprio nell’affidamento al Padre e nell’obbedienza alla volontà di Dio che Gesù riscatta la vita di ogni uomo, che dà significato a tutte le sofferenze umane offerte per un mondo migliore.
Come i bambini non pretendono prove o dimostrazioni ma credono incondizionatamente alle parole di chi li ama, così anche noi dobbiamo affidarci alla volontà di Dio anche nelle circostanze drammatiche e tragiche della vita: il momento della croce sia per noi cristiani, come è stato per Gesù, il momento della testimonianza che ci sentiamo veramente amati da Dio e che solo questo ci basta.
Per riflettere
Siamo consapevoli che la croce, cioè l’obbedienza alla volontà del Padre e l’affidamento al suo amore per noi, è l’unico segno di cui abbiamo bisogno per affrontare con gioia ogni momento felice e triste della nostra vita?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi