Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 13 Settembre 2023

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Il messaggio delle beatitudini è un inno alla vita che risolleva i deboli e gli abbandonati, svelando che Dio è fedele alla sua promessa.

Gli affamati e gli assetati, i poveri e i perseguitati, i sofferenti e tutti i diseredati possederanno “il regno dei cieli”. Gli uomini “miti e mansueti” possederanno anche “la terra”.

Terra e cielo sono “tutto” per chi non ha niente e per chi non conta niente agli occhi del mondo. “Dio è tutto per te”, esclama sant’Agostino: “Dio, se hai fame è pane, se hai sete è acqua per te, se sei nelle tenebre è luce per te”. La promessa si realizza già nella vita terrestre per gli uomini che ispirano la loro esistenza a Cristo, riconoscendo che il Messia ha vissuto per primo le beatitudini che aveva proclamato sul monte. È questa la grande “scoperta” dei Padri della Chiesa. Il Figlio di Dio nella sua umanità ha vissuto lo stile delle beatitudini: “Gesù, tutte le beatitudini che ha annunziato nel Vangelo, le conferma con il suo esempio”, dice il grande teologo Origene. Gesù è veramente “beato” perché è povero, mite, misericordioso, affamato e assetato di giustizia, puro di cuore, costruttore di pace. Gesù è “beato” perché è stato perseguitato per la giustizia fino a morire sulla croce.

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Nelle “beatitudini” il Figlio di Dio rivela se stesso. E le beatitudini rivelano il Messia. Nel “discorso della montagna” i primi cristiani riconobbero il più alto progetto della imitazione di Cristo. (Pietro Meloni)

Per riflettere

Sappiamo sperare in una ricompensa nel cielo? O non riusciamo a sopportare le difficoltà quotidiane dell’essere testimoni di Cristo?

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi