Siamo a Nazareth, di fronte ai suoi compaesani Gesù ha appena annunciato il compimento della profezia di Isaia che annuncia l’avvento del Messia. Il suo annuncio però non soddisfa le aspettative dei nazareni che vorrebbero per il loro villaggio un trattamento speciale. Loro sanno chi è, hanno vissuto con lui e vivono ancora con i suoi parenti. Chi si crede di essere questo falegname?
Ma Gesù rincara la dose: proprio perché loro lo conoscono sono i meno indicati ad esprimere un giudizio. Anzi saranno i meno favoriti e collocati in una posizione di rincalzo. Il Signore sta dando inizio al suo percorso, un percorso che, proprio nel Vangelo di Luca, si dirige decisamente, fin dall’inizio, verso Gerusalemme, verso la Pasqua, e non vuole iniziare con una menzogna.
Anche per lui questa è una tentazione: quella di partire con l’entusiastico appoggio di coloro che gli sono vicini, che lo sosterrebbero solo perché “è dei loro”, senza averlo veramente ascoltato e compreso. Significherebbe, per lui, ricercare una facile gloria e non la volontà del Padre. Significherebbe rinnegare quello che sarà il principio di tutto il suo annuncio: “cercate l’ultimo posto”; significherebbe sostituire la gloria di Dio con la gloria degli uomini.
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I nazareni cercando allora di applicare su di lui la pena prevista dalla Torah per i falsi profeti, una morte pubblica sancita ed eseguita dal popolo di Dio.
Ma Gesù passa in mezzo a loro, accetta il loro rifiuto, si immette, come ogni vero profeta, nel “suo” cammino.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi