Commento al Vangelo di oggi
A parole si fa presto a dire di non avere paura, ma la paura si vince solo con la potenza della fiducia che può vincere ogni turbamento. Gesù ci spiega chiaramente il motivo per cui deve andare: la sua partenza ha la funzione di prepararci un posto e rendere quindi possibile una strada.
Tommaso, che fa sempre discorsi concreti, chiede: “Signore non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?”. Fa bene Tommaso a fare domande perché, come noi, sente il bisogno di capire in concreto e non in astratto le cose che contano. Però il suo domandare nasce non tanto dalla volontà di sapere, ma dalla paura di non rivedere più Gesù. Forse Tommaso ha vissuto qualche abbandono e questa ferita riemerge sempre nel suo rapporto con Cristo. Tommaso vuole sempre conferme e Gesù gliele dà: “Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. L’unico modo per uno che ha paura di essere abbandonato è abbandonarsi, cioè fidarsi.
Con la sua partenza Gesù ci mette di fronte il dramma dell’abbandono, ma lo fa per guarirci: con la sua assenza, infatti, può avvenire l’incontro con quella verità che tira fuori da ciascuno di noi la libertà necessaria per aderire al disegno di Dio.
Per riflettere
Di fronte al mistero della vita e della morte il turbamento è esperienza umana che non ci deve spaventare. L’uomo, è vero, sente e vive le contraddizioni tra il suo desiderio di vita piena ed il limite dell’esistenza umana, ma porre in Dio il cuore e la fiducia significa riscoprire ogni giorno che Lui è la nostra forza, la nostra speranza, la nostra roccia.
Preghiera finale
Se sapessimo ascoltare Dio, sentiremmo che ci parla.
Infatti Dio parla.
Ha parlato per mezzo del suo Vangelo,
parla per mezzo della vita,
questo nuovo Vangelo di cui noi stessi scriviamo ogni giorno una pagina.
(Michel Quoist)
AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi