Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 13 Luglio 2021

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I racconti evangelici delle ammonizioni di Gesù sono sempre molto vivi. Egli non usa mezzi termini, si percepisce l’impeto che lo spinge a usare parole forti per scuotere l’animo di chi lo ascolta. Nei suoi insegnamenti, Gesù ci ha fatto conoscere un Dio Padre che ci viene incontro, perdona i nostri peccati e con il nostro poco compie segni prodigiosi. Questo ci dà conforto, ma oggi Gesù ci mette in guardia, come sottolinea don Luigi Maria Epicoco: “Forse Dio ha perso molto tempo con noi e questo ci ha convinti che potevamo continuare come prima, tanto la prerogativa di Dio è quella di riprovare con noi all’infinito, di aggiustare le cose, di comprenderci, di perdonarci. Un simile ragionamento non è un atto di fede nel suo amore, ma uno dei peccati più gravi che possiamo compiere. La teologia lo chiama “presunzione di salvezza”. Che tradotto significa che intendiamo Dio come uno che ci salverà comunque anche se noi continuiamo a fare il nostro comodo per tutta la vita”.

Con le sue parole dure contro le città che non si sono convertite Gesù non vuole farci paura, ma spingerci ad avere una fede più adulta, consapevole che il nostro agire non è senza conseguenze. “Una fede che ci dice che è la grazia di Dio a salvarci, a patto però che noi siamo disposti a fare tutto il nostro possibile. E in che cosa consiste il nostro possibile? Nella conversione. Cioè nella fatica di cambiare mentalità, pensare diversamente, guardare le cose diversamente e quindi scegliere diversamente. E diversamente come? Diversamente alla maniera del Vangelo. La vera nostra domanda non è se oggi abbiamo sbagliato o meno, ma se oggi abbiamo deciso di cambiare mentalità o continuiamo ad oltranza con la mentalità di prima”.

Per riflettere

Riconoscersi peccatori, “vestirsi di sacco e cospargersi di cenere”, è il primo passo per aprirsi ad accogliere la misericordia di Dio, fare esperienza della grandezza del suo perdono e per disporre il cuore a una piena conversione. Prendiamo il tempo oggi per fare un esame di coscienza, se è da molto tempo che non ci accostiamo al sacramento della riconciliazione potremmo farci un pensiero.

Preghiera finale

O Dio, fonte di ogni bene,
che esaudisci le preghiere del tuo popolo
al di là di ogni desiderio e di ogni merito,
effondi su di noi la tua misericordia:
perdona ciò che la coscienza teme
e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi