Nel Vangelo di Marco i farisei sono costantemente presenti, fatta eccezione per il primo e per l’ultimo capitolo. Chi sono questi farisei, e chi rappresentano nel vangelo? I farisei erano i più osservanti della legge, talmente ligi alla legge che si tenevano a distanza da chiunque pur di riuscire a vivere senza trasgredire nessun precetto.
Sembra sempre che sbuchino all’improvviso, sempre per fare polemica e disturbare. Ma se sono sempre presenti, vuol dire che le loro comparsate non erano poi così improvvise. Quindi perché Gesù e i discepoli se li ritrovano sempre tra i piedi? Perché i farisei sono qualcosa che è sempre dentro di noi, rappresentano una parte di noi stessi, del nostro cuore e della nostra mente.
Sono la tentazione di dire “Signore, grazie che non sono come quel fariseo”, cadendo quindi nella stessa trappola! E cosa c’è dietro a queste polemiche e discussioni? Non tanto una questione di principio o giuridica, ma un qualcosa di ben più profondo: c’è dietro l’immagine che abbiamo di Dio, o meglio l’immagine che noi ci siamo fatti di Dio.
Quindi quando Gesù ci rivela il Padre, noi ci agitiamo e ci scandalizziamo, perché non è chi ci aspettavamo che fosse. Non è un Dio che punisce ma che perdona, non è un Dio che condanna ma che usa misericordia. Ma la cosa che più ci lascia interdetti è che lo fa con tutti! Dio ama ciascuno di noi, e non in base ai meriti. E chiediamo segni (senza vedere tutti quelli che già ci sono stati dati) perché non riusciamo a credere a questo, e non riusciamo più neanche a credere a quello che credevamo prima; insomma quando Gesù ci rivela il Padre non ci capiamo più nulla.
Siamo quindi chiamati ad una scelta: lasciare la parte farisaica di noi, salire sulla barca con Gesù e partire con lui per una vita nuova.
I commenti sono curati da Rita e Giovanni Giordanelli