«Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». Quale è il prezzo dei nostri peccati? A quale costo veniamo meno ad un’alleanza stretta col Signore? Per quanto, infatti, possa sembrare che il peccato sia una trasgressione a nostro vantaggio, uno strappo alla regola fatto a nostro favore, tutti noi possiamo ben vedere quanto sia piuttosto una detrazione e un danno che paghiamo con l’allontanarci dal Signore.
Ci affanniamo a trovare la felicità o la nostra realizzazione più compiuta, ma quando ce l’abbiamo davanti e la vediamo consistere nella persona di Gesù, nell’essere vicini al suo esempio e al suo modo di donarsi con gratuità, arretriamo spaventati pensando di non potercela fare. Cerchiamo quindi una scorciatoia che possa abbreviarci la strada, qualcosa che per noi sia un bene immediato.
Meditare su questo ci mostra che il peccato, in tal senso, è un’impostura perché un’illusione: l’idea di poter avere la salvezza, senza essere passati prima dalla fatica della croce. È una via “breve”, che ci parla di soddisfazione senza attese, ma che poi ci conduce all’infelicità più profonda e duratura.
AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi