I farisei, per mettere alla prova Gesù, gli pongono una domanda di liceità, che rimanda all’ambito della legalità. La legge ebraica, la Torah, prevedeva la possibilità del ripudio e Gesù, venuto a portare a compimento la Legge e i profeti, sembra contraddire la norma prescritta. La risposta di Gesù, però, va ben oltre una mera questione legale e invita i suoi ascoltatori a conoscere il loro cuore, prima di decidere o compiere una qualsiasi azione. Come? Richiamandosi al principio dal quale tutto discende, dall’opera creatrice di Dio che da sempre ha pensato per l’uomo un cammino di salvezza del quale fosse protagonista.
Così Dio gli ha indicato la via della relazione come sua condizione vitale. In questo trova senso la relazione coniugale, che chiama entrambi gli sposi ad un atto di responsabilità, fedeltà e amore verso se stessi, diventati “una sola carne”, e verso i figli della loro unione. Promettere amore e fedeltà a una persona non è di per sé una questione di norme giuridiche (certamente necessarie per tutelare la famiglia come cellula fondamentale della società umana), ma ha piuttosto a che fare con la nostra identità di cristiani, guidati da Gesù e dalla sua Parola verso un cammino di salvezza, da compiere in forme diverse, ma sempre nell’impegno concreto di purificare ogni nostra intenzione da facili e illusorie giustificazioni. Sono questi coloro che riceveranno la grazia di poter comprendere la parola di Gesù (“Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso”).
Per riflettere
Oggi mi sforzerò di riflettere sulla “qualità” delle mie relazioni. Su cosa sono fondate? Forse sulle mie aspettative, i miei bisogni? O forse sulla gratuità, che riflette la gratitudine verso Dio per averci creati e amati?
Preghiera finale
Dio dei Padri e Signore della misericordia,
che tutto hai creato con la tua parola,
e con la tua sapienza hai formato l’uomo
perché dominasse sulle creature che tu hai fatto,
e governasse il mondo con santità e giustizia
ed esercitasse il giudizio con animo retto,
dammi la sapienza che siede accanto a te in trono
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli.
(Sapienza 9, 1–4)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi