Gesù convoca i discepoli per la missione. La convocazione è a chiamata: per nome o con un nome nuovo in quanto i discepoli sono addirittura “suoi”. Con la chiamata i discepoli vivono un cambio di appartenenza perché adesso appartengono a Gesù. Il compito o la missione del discepolo è seguire Gesù, il Maestro, formando comunità con lui e svolgendo la stessa missione di Gesù: scacciare gli spiriti immondi, guarire ogni sorta di malattie e di infermità.
I dodici discepoli sono tutti diversi: eccola, la Chiesa di Dio. Bella perché diversa, straordinaria perché unita solo dal desiderio di Dio. I discepoli hanno un compito, come noi lo abbiamo: dire alle pecore smarrite di Israele che Dio si è avvicinato, che si è fatto vivo accanto a noi, che bisogna svegliarsi, accorgersi. Gesù chiede di andare prima dalle pecore di Israele, poi dagli altri. La Chiesa, noi credenti, siamo i primi a dover essere evangelizzati, a dover ricevere la buona notizia della presenza di Dio.
Convertiamo i nostri cuori, anzitutto, per poter dire al mondo con credibilità che è amato senza condizioni, infinitamente. Nella Chiesa ciascuno ha una precisa identità e una specifica missione. Una è la Chiesa e unica la missione, ma tutti devono partecipare e ciascuno deve fare la sua parte. Il nome nuovo infatti ci caratterizza nel nostro ruolo che siamo chiamati a trovare nella Chiesa per dare il nostro contributo reale al raggiungimento dell’obiettivo comune.
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Per riflettere
La sua chiamata ha un duplice scopo: formare comunità ed andare in missione. Come vivo nella mia vita questa duplice finalità? Cosa faccio per vivere la Chiesa? Come divulgo la Parola di Gesù?
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 9,14-17
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi