Non sorprende pensare che qualcuno, al tempo di Gesù, possa averlo etichettato come rivoluzionario. In fondo ciò che annunciava alle genti, il suo modo di incontrarle, era qualcosa di nuovo e inaspettato.
Eppure Gesù non vive fuori dal mondo e dal suo tempo, ma anzi è cresciuto proprio secondo i precetti dell’Antico Testamento che alcuni temono sia venuto a sovvertire. Gli insegnamenti della Legge sono buoni e utili: Gesù non vuole eliminarli, ma piuttosto vuole liberarci dalla schiavitù della norma, da una vita basata su riti svuotati di senso e regole seguite ciecamente, e in nome delle quali ci si sente in diritto di giudicare gli altri.
Fa riflettere che Gesù compia guarigioni di sabato, giorno in cui la Legge prevede l’astensione da ogni attività. Gesù sembra dire ai malati: “Ecco, tu adesso stai osservando lo shabbat non per scelta, ma perché il tuo impedimento fisico ti impedisce ogni attività.
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Io ti libero da questo male e ti dono la libertà di scegliere se aderire alla Legge”. Gesù non ci costringe a seguire i precetti dei Profeti, né ci forza a diventare suoi discepoli: egli ci indica un cammino di libertà in cui è possibile vivere come uomini nuovi, se decidiamo di accogliere in noi la pienezza del suo insegnamento, che è Parola (e pratica) di amore per Dio e per l’altro.
Per riflettere
In cosa rischio di essere un piccolo (o grande!) fondamentalista?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi