La pagina delle beatitudini si trova all’inizio di quello che viene chiamato il discorso della montagna. Gesù è circondato da una grandissima folla e sale su un monte per potersi rivolgere ai suoi discepoli senza essere disturbato. Quindi anche noi che leggiamo il brano è come se fossimo tra i discepoli, lì sul monte ad ascoltarlo. E il messaggio che Gesù consegna ai suoi discepoli è un messaggio fondamentale, che riguarda la più grande delle nostre aspirazioni umane, la promessa della beatitudine (cioè della felicità).
E che tipo di beatitudine promette Gesù? Se ci pensa felici come ci immagina Gesù? Poveri, piangenti, affamati, assetati, insultati, perseguitati e maledetti. Per fortuna in alcune delle beatitudini ci vede misericordiosi, puri di cuore e operatori di pace, perché altrimenti si sfiorerebbe la presa in giro. E tanto più deve essere sembrato paradossale per i discepoli sentirsi chiamare beati in questo modo, dal momento che per loro situazioni del genere dovevano essere rischi molto più concreti ed evitarli rappresentava già una benedizione del cielo.
Quindi che tipo di beatitudine ci riserva seguire Cristo? La stessa che vivrà lui, di essere povero, piangente, affamato, assetato, insultato, perseguitato e maledetto. E nonostante questo, di non venire mai abbandonato da Dio. Anzi, di trionfare sulla morte.
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Questo è il messaggio rivoluzionario del Vangelo: che niente può impedire a Dio di amarci e che anche nei momenti peggiori della nostra vita, quando ci sentiremo abbandonati da tutti, lui ci sarà vicino e ci sosterrà. Ed è per questo che saremo sempre beati. Rallegriamoci ed esultiamo!
Per riflettere
Qual è la nostra idea di felicità? Quanto è simile a quella che ci propone il Vangelo? Riusciamo a gioire anche nelle difficoltà, sapendo che il Signore ci è vicino?
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 5,1-12a
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi